Santa Maria della Pieta’ Project

AIM of the Project

Il progetto è costituito da un monologo il cui testo si è generato nella mente dell’autore dopo che questi visitando, quasi per caso, il giardino dell’ex Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà è stato investito da una serie di informazioni provenienti sia dai luoghi (i padiglioni semiabbandonati e i giardini che li circondano) che dalle persone che ancora vi gravitano (ex degenti ed ex infermieri).

Per questa ragione ogni parola, ogni riferimento, ogni episodio citato o raccontato nel testo non sono affatto casuali o frutto della fantasia ma sono stati  “dettati” all’autore direttamente dall’Ospedale stesso.

Il Monologo è strutturato in maniera tale da far inizialmente credere allo spettatore che a parlare sia una bellissima donna, sulla via del tramonto, che racconta il suo passato, ed in particolare sia di come gli uomini colpiti dalla sua bellezza siano impazziti per lei, nel tentativo di possederla, sia di come lei sia stata, nei loro confronti, molto cattiva “torturandoli” e facendoli soffrire fisicamente e psicologicamente.

In realtà ben presto si capisce che a parlare non è una donna ma l’ospedale stesso che,  spinto da un insostenibile senso di colpa, fa autocritica e chiede perdono per il male che ha generato proprio in coloro che avrebbe dovuto curare: i malati di mente o presunti tali che in esso vi sono stati rinchiusi e realmente torturati e fatti impazzire fino al punto di spingere alcuni di essi a suicidarsi ( ed es. lanciandosi con tutte le loro forze contro i muri pur di morire e di liberarsi da tali condizioni disumane come viene puntualmente descritto nel monologo anche grazie ad un video ad hoc).

Nel testo viene anche descritto il doppio ruolo degli infermieri, vittime e carnefici  al tempo stesso (concetto espresso direttamente da un ex infermiere) nonchè un episodio di protesta da parte di alcuni di essi (la sparizione delle chiavi di alcuni padiglioni) contro le condizione disumane del manicomio ante legge Basaglia.

Nel finale il monologo si trasforma da testimonianza critica del passato in messaggio reale e costruttivo per il futuro: La voce dell’ospedale chiede a tutti noi di non abbandonarlo, dimenticarlo o peggio ancora  lasciarlo nelle mani di speculatori che utilizzeranno gli spazi e gli edifici che lo costituiscono per realizzare chissà quale progetto speculativo ma di utilizzarlo per attività dirette all’interesse generale.

VIDEO Version

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Santa Maria

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